Otto opere di Vermeer, considerato da Proust il più grande pittore del mondo, e circa 50 dipinti di pittori fiamminghi coevi del maestro si possono ammirare in questa raffinata esposizione. Il visitatore può quindi non solo conoscere questo genio ma anche comprendere come l’opera del maestro di Delft si sia rapportata con gli altri artisti della sua città natale, di Amsterdam, Haarlem e Leida. Questi quadri ci restituiscono atmosfere, luci, e immagini di una realtà lontana eppure molto vicina alle nostre emozioni e al nostro intelletto. La mostra va visitata con calma e le opere contemplate in silenzio: ...la solitudine delle stradine di Delft, le espressioni colte in un momento di intimità, i raggi del sole opachi, quasi ovattati, ci rimandano a precisi modelli di pensiero e di prassi. Nature morte, paesaggi, fiori, interni domestici sono raccontati con delicatezza gioiosa. L’equilibrio è raggiunto senza stanchezza e senza ripetitività, la giusta distanza è il modo con il quale il pittore interpreta ciò che vede e il vero appare talmente perfetto da divenire metafisico. Vermeer ci racconta un mondo e nello stesso tempo le sue emozioni più intime, la sua stessa vita. Il colore diviene uno strumento privilegiato, i volumi sono intrisi di luce e ci rinviano all’ombra, la luce diviene essa stessa colore e alchemicamente ridefinisce il vero e lo reinterpreta. Quei personaggi che il pittore ci restituisce con tanta meticolosità forse sono dei fantasmi.
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![]() Vermeer. Il secolo d'oro dell'arte olandese
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